Quello che non sai sui disturbi sessuali

I disturbi sessuali sono causati da un’anomalia che sottende al normale ciclo di risposta che avviene nel momento in cui ci si approccia all’atto fisico con il proprio partner. I problemi possono essere di varia natura, a partire dalla mancanza di desiderio e di eccitazione fino ad arrivare a vere e proprie percezioni di dolore corporeo che impediscono il normale coinvolgimento con il proprio/a uomo/donna.

Trattandosi di un campo patologico molto vasto, è difficile chiarire la natura specifica di ogni sintomo. Di conseguenza, affrontare con consapevolezza un percorso terapeutico – con uno psicologo o un sessuologo di fiducia – può essere sicuramente un punto di partenza da cui risalire alla causa (ovvero all’eziologia) di una condizione individuale tanto frequente e invalidante per la propria intimità. Il rischio che si corre, come sottolineato anche da psicologi esperti in disturbi sessuali come la Psicologa dott.ssa Zomparelli di Brescia, è quello di fuggire di fronte alle difficoltà affettive e somatiche che comportano i disturbi sessuali, nascondendo a sé stessi e agli altri i propri bisogni.

In questo articolo abbiamo scelto di approfondire l’argomento allo scopo di creare una strada di comprensione utile per quanti siano alla ricerca di risposte generali alle domande più frequenti.

Disturbi sessuali: quali sono le fasi colpite?

I disturbi sessuali possono coinvolgere vari aspetti dell’intimità individuale. In linea generale, cercare di comprendere la macro-categoria a cui appartiene la problematica è fondamentale per tratteggiare un sostegno terapeutico che sia mirato e funzionale per le esigenze del soggetto in cura. Il ciclo di risposta sessuale che precede l’atto, può venire perturbato in relazione a:

  • desiderio: il soggetto è incapace di fantasticare sulle proprie performance e rimane ancorato a uno stato anaffettivo in cui non si riesce a sperimentare il desiderio di praticare attività sessuale;
  • eccitazione: con questo termine si fa riferimento alla sensazione soggettiva che precede la tensione di un rapporto. Se nell’uomo ci riferiamo all’inturgidimento del pene e nella sua erezione, per la donna si parla di lubrificazione e conseguente dilatazione della vagina;
  • orgasmo: i pazienti esprimono l’incapacità di lasciarsi andare all’apice del piacere e della tensione sessuale. La percezione maschile non patologica si esplica sotto forma di inevitabilità dell’emissione spermale, quella femminile di contrazioni vaginali che ritmicamente conducono allo scioglimento della carica sessuale.

Disturbi sessuali: quando e come possono verificarsi?

Come abbiamo già detto, l’ampio range di problematiche connesse alla performance sessuale rende molto difficile una categorizzazione dei disturbi più comuni. In linea generale, però, si può affermare che ogni fase (tra quelle precedentemente citate) possono essere colpite da una forma di svalutazione/impotenza tale da impedire il normale svolgimento dell’atto. Nell’uomo, il disturbo più comune è inerente al momento dell’eccitazione (disfunzione erettile, impotenza) mentre la donna rimane più spesso vittima di una mancanza di corretta lubrificazione vaginale, che rende dolorosa – o addirittura impraticabile – la penetrazione.

L’approccio femminile, inoltre, implica difficoltà aggiuntive in prossimità del picco di piacere. L’anargosmia – meglio nota come frigidità – è uno tra i disturbi sessuali più comuni nelle pazienti di ogni fascia d’età. In aggiunta a quanto detto, è necessario ricordare i deficit organici che rendono il coito doloroso: la dispareunia – sia maschile che femminile – si traduce in un picco di contrazioni vaginali che impediscono la penetrazione o nell’incapacità di mantenere l’erezione durante tutta la performance senza provare dolore.

In aggiunta a quando detto, anche i disturbi inerenti al controllo dei propri stimoli – perversioni e dipendenze sessuali – rientrano nell’ampia categorizzazione in oggetto. Essi affondano le proprie radici nell’anormale quantità di eccitazione psicologica da destinare alla vita sessuale dell’individuo.

Le domande dei pazienti: chi cura i disturbi sessuali?

Una delle problematiche più evidenti che consegue a un disturbo sessuale è l’impossibilità che il soggetto ha di confrontarsi con amici o familiari. Spesso si considera la sfera dell’intimità come un argomento eccessivamente delicato e personale, privato e imbarazzante. Molti pazienti hanno bisogno di mesi – o di anni – per arrivare a maturare la necessità di un aiuto che provenga dall’esterno.

Comprendere l’importanza della vita sessuale nella sfera relazionale di ogni persona, dunque, non è un percorso semplice. Scegliere un professionista competente consente di prendere in considerazione sia la condizione emotiva e mentale del soggetto, sia quella fisica e organica, che spesso gioca un ruolo predominante. Ma quale figura scegliere per completare con successo un percorso di comprensione e miglioramento?

Gli psicoterapeuti sessuologi sono la scelta più adatta, in quanto rientrano in una categoria di esperti in grado di valutare lo stretto legame psico-fisico che viene perturbato nell’essere umano durante l’atto sessuale. Molto spesso, gli interventi di talking-cure (il dialogo medico-paziente) sono sufficienti per normalizzare – previo controllo medico che escluda disturbi organici invalidanti – l’impressione di sofferenza e impotenza che colpisce la persona in cura.

Le sedute si svolgono secondo le esigenze del paziente e partono da una comprensione a 360 gradi della storia sessuale (e non solo) del soggetto che sceglie di lasciarsi aiutare. Il medico deve essere nella condizione di poter analizzare nello specifico le cause che hanno condotto al disturbo sessuale. Di conseguenza, incentrare la comunicazione sugli argomenti che creano disagio all’interlocutore è fondamentale per costruire nel tempo un legame che si basi sulla fiducia e sull’onestà. I professionisti sono a disposizione per contenere le paure e le incertezze del soggetto: non si deve mai temere il giudizio o l’opinione personale del proprio psicologo.

Qual è il decorso dei disturbi sessuali?

I professionisti hanno scelto di impiegare nel tempo una forma di categorizzazione pensata per dividere i disturbi sessuali in quattro macro-categorie:

disturbi permanenti che si presentano fin dalle prime esperienze; disturbi acquisiti durante il corso dell’intimità dell’individuo; disturbi generalizzati che non sono associati a un evento preciso o a una disfunzione specifica; disturbi situazionali che sopraggiungono solo con dati partners o in contesti circoscritti.

Questa chiarificazione aggiuntiva è importante per il sessuologo in quanto consente di avere una chiave di lettura associata al disturbo che viene lamentato dal paziente. In linea generale, le problematiche psicologiche da tenere in considerazione sono le seguenti:

  • una fallace conoscenza del proprio Sé: comprendere in profondità le proprie esigenze e le proprie aspettative permette di vivere l’intimità con leggerezza e immaginazione. L’esplorazione dei desideri inconsci richiede un Io coeso e pronto ad ascoltare le necessità corporee che spesso vengono tenute a bada per paura di opinioni/giudizi;
  • una conoscenza parziale del proprio corpo: il piacere sessuale è spesso strettamente legato al concetto di sperimentazione e divertimento. Una bassa – o addirittura nulla – conoscenza del proprio corpo implica confusione, incertezza e insicurezza;
  • una scarsa intimità di coppia: la fiducia sessuale si costruisce con il tempo. Una coppia troppo giovane o troppo inesperta – a seconda che sia eterosessuale oppure omosessuale – avrà maggiori difficoltà nel sostenere le prestazioni intime in maniera normale e bilanciata.

L’importanza del dialogo tra i partners: la terapia sessuale di coppia

In ogni caso, dialogare con il proprio partner è la scelta migliore con cui creare una forma di comunicazione che tenga conto delle effettive esigenze della coppia. In questo senso, sdoganare il tabù inerente alla propria sessualità permette di incontrare il terapeuta con la consapevolezza di un lavoro che non serve soltanto al paziente, ma anche alla persona che si affaccia per la prima volta alla scoperta dell’intimità dell’Altro. In una ricca gamma di casi, infatti, percepire la coppia come un elemento unico – ovvero come un quid che sappia affrontare le difficoltà in maniera unanime e propositiva – consente di velocizzare il superamento del disturbo sessuale.

Alla base di una relazione possono spesso esserci delle dinamiche di natura inconscia che – sebbene invisibili – finiscono per depotenziare un elemento della simbiosi sessuale, creando di conseguenza un circolo di incomprensione, vergogna e inaffidabilità. I disturbi di cui abbiamo parlato portano spesso il soggetto a reagire con una forma di allontanamento dalle relazioni umane in generale; sostenere la persona che vive un momento tanto delicato della propria esistenza è un passo in avanti che – sebbene sia apparentemente scontato – può davvero fare la differenza.