Il modello PRECEDE-PROCEED nell’educazione e nella promozione della salute

E’ un modello multidimensionale dell’educazione/promozione della salute che si è sviluppato con il contributo di discipline diverse (marketing sociale, epidemiologia, sociologia medica e psicologia della salute, educazione).

Negli anni ’70 era solo PRECEDE, negli anni ’80 è stata aggiunta la componente PROCEED.

Il modello parte dal presupposto che i molteplici fattori che agiscono sulla salute e sulla qualità della vita debbano essere valutati prima della progettazione dell’intervento: pertanto dirige l’attenzione sui risultati invece che sugli input (sul perché invece che sul come).

LE FASI DEL PRECEDE-PROCEED

  1. Valutazione sociale e analisi situazionale, quindi identificare e valutare i problemi (sociali, economici, bisogni..) che influenzano la qualità della vita di una popolazione target. I tipi di problemi sociali vengono valutati mediante metodi diversi (focus group, sondaggi, interviste..), con il coinvolgimento delle persone alle quali il programma è rivolto (comunità come partner attivo). L’obiettivo della valutazione sociale è quello di identificare i valori e le preoccupazioni soggettive rispetto alla qualità della vita, ma anche valutare le capacità e le risorse di una comunità, nonchè rafforzare la consapevolezza dei problemi di salute e la motivazione ad agire per affrontarli.

La documentazione e il razionale elaborato per la scelta dei problemi prioritari è una delle variabili sulla quale valutare il programma di intervento.

  1. Valutazione epidemiologica, cioè determinare quali sono i problemi di salute, misurati oggettivamente, che costituiscono la principale minaccia alla salute e alla qualità della vita. Descrivendo i problemi di salute in modo dettagliato e il tipo di effetti prodotti, può aiutare a definire delle priorità nello sviluppo del programma e nell’utilizzo delle risorse, nonché delineare le responsabilità dei professionisti coinvolti nelle attività di promozione.
  2. Valutazione comportamentale e ambientale, ovvero un’analisi sistematica dei legami fra i comportamenti specifici e gli scopi/problemi identificati nelle precedenti due fasi (valutazione comportamentale) e, parallelamente, l’analisi dell’ambiente sociale e fisico immediato (es. clima, luogo di lavoro..), ovvero le determinanti esterne alla persona che possono essere modificate per migliorare la qualità della vita.

I criteri per definire le priorità fra i vari fattori sono: importanza causale, prevalenza e modificabilità (es. + modificabile/priorità elevata = fumo, – modificabile/priorità elevata = sovralimentazione, + modificabile/priorità bassa = trattamento medico, – modificabile/priorità bassa = non rilassarsi). I comportamenti che saranno oggetto dell’intervento fanno parte dei primi due tipi.

  1. Valutazione educativa ed ecologica, che incorpora una Teoria delle Determinanti del comportamento. Vi sono molteplici fattori, psicologici, sociali e ambientali, che influenzano in modo distinti sul comportamento connesso alla salute. ai fini della progettazione degli interventi, questi fattori vengono raggruppati in 3 categorie:

fattori predisponenti (predisposing factors): facilitano od ostacolano il comportamento e la motivazione a modificarlo (valori, credenze, atteggiamenti, fattori sociodemografici)

fattori facilitanti (enabling factors): facilitano l’esecuzione di un’azione da parte di singoli o di organizzazioni. Includono tutto ciò che rende possibile un cambiamento nel comportamento o nell’ambiente (abilità, risorse, barriere, leggi)

fattori rinforzanti (reinforcing factors): conseguenze delle azioni che determinano l’eventualità che il soggetto riceva feedback positivo (o negativo) e di conseguenza sostegno sociale nell’esecuzione e nel mantenimento del comportamento. ne fanno parte il sostegno sociale (famiglia, insegnanti), influenze dei pari, consigli del medico, benefici sociali (approvazione sociale), benefici immaginari (autostima, immagine pubblica), fisici (es. sollievo dal dolore), tangibili (es. economici).

La comunicazione diretta alla popolazione target agisce sui fattori predisponenti.

La comunicazione indiretta (attraverso genitori, insegnati, pari, datori di lavoro) agisce sui fattori rinforzanti.

L’organizzazione della comunità (interventi politici e training) rafforza i fattori facilitanti.

L’essenza della fase di valutazione educativa ed ecologica consiste nello scegliere quali fattori predisponenti, facilitanti e rinforzanti se modificati, produrranno i cambiamenti voluti. vi sono 3 fasi in questo processo:

– identificare e classificare i fattori nelle 3 categorie

– definire delle priorità tra le categorie

– definire delle priorità all’interno delle singole categorie

  1. Valutazione amministrativa e politica, in cui si affronta il compito di convertire le valutazioni effettuate nelle fasi precedenti in un programma operativo. Vi è quindi un’analisi delle risorse richieste per l’implementazione dei metodi e delle strategie educative proposte, analizzando anche i fattori che possono inficiare l’implementazione del programma (atteggiamenti, scarsa familiarità con i materiali, resistenze..).
  2. Implementazione, ovvero fase di conversione degli obiettivi del programma in azioni concrete. Centrale è il concetto di controllo della qualità (supervisioni, correzioni..) e uso di strategie e tecniche per l’implementazione della qualità.
  3. Valutazione di processo, che permette l’individuazione di problemi nella fase dell’implementazione del programma e consente di effettuare degli aggiustamenti progressivi (nuovi metodi, uso materiali diversi).
  4. Valutazione di impatto, che misura gli effetti immediati del programma sui comportamenti target e i fattori predisponenti, facilitanti e rinforzanti che li determinano, o sui fattori ambientali rilevanti.
  5. Valutazione di risultato, che misura il cambiamento negli obiettivi complessivi e nei benefici a livello di salute o la qualità della vita.

In sintesi: la prima parte del modello, PRECEDE, si propone di garantire l’appropriatezza del programma ai bisogni e alle condizioni di vita della popolazione, mentre la seconda, PROCEED, mira a renderlo disponibile, accessibile, accettabile e giustificabile.

PRINCIPALI MODELLI DI EDUCAZIONE ALLA SALUTE

Sono stati proposti vari modelli nell’ambito dell’educazione alla salute, ma riconducibili a 3 tipologie fondamentali e non esiste un modello più valido in assoluto:

Il modello del fornire informazioni (information-giving model), conosciuto anche come modello medico, si focalizza sul cambiamento di comportamento a livello individuale. Il ruolo dell’educatore consiste nel trasmettere le informazioni ad un pubblico passivo, pertanto nell’inculcare le abitudini appropriate, secondo una sequenza unilineare. Questo modello è stato abbandonato, a causa della sua inefficacia.

L’approccio del self-empowerment o centrato sulla persona, nel quale si sostiene che rafforzando l’autostima e la fiducia in se stessi, gli individui possano poi prendere decisioni positive sulla propria salute e sviluppare le abilità per agire di conseguenza. Gli approcci chiave sono il training dell’assertività, il self-help e il lavoro di gruppo. L’educatore ha funzione di facilitatore che aiuta i soggetti a riconoscere le proprie potenzialità, per poter poi decidere autonomamente.

I modelli di sviluppo della comunità, che cercano di coinvolgere le persone nella progettazione e nella strutturazione della propria educazione, focalizzandosi su soluzioni collettive. Il ruolo dell’educatore è qui complesso e problematico, giacchè necessita di una ampia varietà di competenze e di accesso alle risorse.