Centri Estivi: lo psicologo consiglia di rispettare la volontà dei figli

Finita la scuola i centri estivi diventano un’opportunità, sia per i genitori, che non possono occuparsi dei figli durante l’orario lavorativo, sia per i figli, che non sono costretti a passare il tempo a casa coi nonni annoiandosi davanti alla tv.

Questa opportunità di sfogo, di svago, non sempre è vista come tale da tutti i figli.

Quando si prospetta un centro estivo ad un figlio che ha evidenti difficoltà di socializzazione, che risulti timido e introverso, l’ipotesi di fornire loro uno stimolo mandandoli ad un centro estivo, dove l’interazione e la socializzazione sono un must, può essere un tentativo da fare, anzi, potremmo dire che deve essere un tentativo da operare.

In alcuni casi però, risulta utile osservare la reazione e i comportamenti dei propri figli quando si prospetta loro il centro estivo come soluzione alla nostra impossibilità di fare altrimenti.

Un bambino che non ama socializzare, che non ama muoversi o fare sport, sarà portato ad auto escludersi, ad annoiarsi e a fare le cose controvoglia.

Cosa preferisce nostro figlio? Ama passare le giornate a oziare? Oppure potrebbe essere attratto da giornate piene, cadenzate a ritmi serrati da una serie di attività sia sportive sia ludiche, anche durante le tanto agognate vacanze estive?

Non dobbiamo dimenticare che per loro queste sono vacanze e devono impegnare il tempo a fare ciò che li diverte, ciò che durante l’anno scolastico non possono fare o comunque non possono fare appieno, come vorrebbero.

Sempre più spesso purtroppo, la scelta è obbligata, dettata dalla lontananza dei nonni e dagli impegni lavorativi dei genitori.

A parte l’obbligo di confermare che non esiste una soluzione unica che si adatti a ogni bambino, siamo convinti che la soluzione migliore sia parlarne con loro. Un bambino in età scolare sarà perfettamente in grado di esprimersi e di esprimere la sua preferenza.

I bambini mandano segnali che i genitori possono intercettare e utilizzare per capire se il centro estivo può essere una soluzione adatta al proprio figlio o meno.

Vostro figlio è un bambino che si affatica facilmente? Quando svolge attività sportive o di socializzazione, anche nello sport che svolge durante l’anno, lo fa con svogliatezza? Partecipa alle abituali attività extrascolastiche svogliatamente, senza partecipazione o impegno?

Se queste poche domande hanno descritto il comportamento di vostro figlio, probabilmente mandare comunque il bambino al campo estivo sortirà lo stesso effetto. Il bambino tenderà ad isolarsi dagli altri, a restarsene in disparte. Inizierà a lamentarsi di qualsiasi cosa sia con i compagni, sia con chi li controlla ma, soprattutto, lo farà con voi.

Sta manifestando un suo disagio e questi segnali devono essere colti da un genitore. Se così non fosse, quello che dovrebbe essere un periodo di vacanza, di svago, si potrebbe trasformare in un vero e proprio tormento, risultando controproducente e trasformando il periodo estivo da periodo di riposo in un peso da sopportare, e spesso male.