I risvolti psicologici della perdita dei capelli nell’uomo sono una realtà su cui negli ultimi anni si sta ponendo molta attenzione non solo da parte dei dermatologi e dei medici che cercano di prevenirla, ma anche da parte degli psicologi. Infatti sono sempre di più gli studi e le ricerche che hanno posto in evidenza gli effetti che si possono determinare sulla psiche di un uomo quando si inizia a notare la perdita dei capelli.
Conseguenze che fino a ora si erano sottovalutate e che possono portare anche a vere e proprie forme di depressione, fobie e difficoltà sociali. In questo articolo andremo a considerare quali sono questi aspetti in modo da avere una visione completa della perdita dei capelli e dei suoi risvolti sulla psiche umana.
Una realtà tra estetica e salute
I capelli sono una parte del corpo di un uomo strettamente collegati a un aspetto estetico. In una società come quella moderna in cui la perfezione del corpo è lo standard principale, la propria capigliatura acquisisce un valore fondamentale, un elemento distintivo di ogni persona.
I capelli esprimono il nostro modo di essere, portandoli lunghi, tagliandoli corti, colorandoli oppure sistemandoli con acconciature uniche e realizzate per identificarsi.
Troppo spesso però non vengono tutelati e come conseguenza di situazioni genetiche, stress e di utilizzo di prodotti che non sono naturali, la capigliatura da folta si dirada per poi scomparire. Tant’è che molti uomini si rivolgono a medici o cercano soluzioni alternative per infoltire i capelli in modo naturale senza dover ricorrere al trapianto dei follicoli.
La perdita dei capelli prende il nome di alopecia. Le forme sono differenti, dato che si può avere la caduta di ciocche a chiazze, oppure la scomparsa totale della capigliatura. È un disordine dermatologico cronico che porta a forme di infiammazione dei follicoli dei capelli. Non è una malattia mortale, né dolorosa, anche se in alcuni casi può essere considerata fastidiosa se si affianca a forme di dermatiti gravi che generano pruriti.
Nel momento in cui si inizia a percepire che qualcosa non va, che nel proprio aspetto sta cambiando qualcosa e si cerca di intervenire, spesso è troppo tardi. La perdita dei capelli per un essere umano non può essere curata, per certi aspetti può essere ritardata attraverso cure e integratori, ma l’impossibilità di combattere la malattia è uno dei primi fattori che inizia a farci comprendere come vi sia un legame stretto tra questa realtà e l’ambito psicologico.
Il significato dei capelli nella psiche maschile
Accettare che non vi sia una soluzione alla perdita dei capelli e che il nostro aspetto subirà dei cambiamenti, non è una realtà che tutti riescono ad accettare.
In primo luogo si genera impotenza nell’uomo, e in particolare in quella tipologia di individui che pretendono di avere il controllo su tutta la loro vita. Inoltre quasi sempre il concetto di cambiamento è strettamente connesso ad ansia e paura. Infatti la novità è qualcosa che non si conosce. Se la mente non ha dei parametri di riferimento non riesce ad aggrapparsi a degli schemi prefissati.
La prima reazione è quella di avere paura e non la si accetta come un cambiamento e una nuova sfida, ma un qualcosa da nascondere ed evitare. Già da questo modo di reagire, si possono evidenziare i primi risvolti psicologici della perdita dei capelli nell’uomo. Infatti dall’estetica si passa alla salute mentale di un essere umano. Ma da dive nasce l’attaccamento ai capelli? Perché vi è tanta difficoltà nel riuscire ad accettare la loro perdita?
Se si considera l’aspetto biologico e quindi la loro funzione, si può considerare come il nostro corpo facilmente compensa quelli che sono i due aspetti principali: la termoregolazione e la protezione. I capelli contribuiscono a proteggere la testa e al contempo aiutano il nostro corpo a regolare la temperatura rispetto ai cambiamenti termici. Nel momento in cui si perdono, però il corpo si adatta.
Se dal punto di vista medico si può quindi non dare molto importanza all’alopecia, per i risvolti psicologici la perdita dei capelli nell’uomo porta invece a problematiche molto serie.
I capelli sono parte integrante di una cultura sociale che si è tramandata nei secoli sin dalla comparsa delle prime forme di civiltà. Infatti la loro lunghezza è sempre stata considerata come un segno distintivo dal punto di vista antropologico. Dai tempi antichi l’uomo ha sempre avuto una capigliatura folta ma corta, mentre la donna invece è stata identificata con i capelli lunghi.
I capelli erano il segno di una crescita sociale, di un passaggio all’età adulta e poi nella fase successiva a quella della vecchiaia. Sia il cambiamento dei colori verso il brizzolato e il bianco che la sua lenta perdita, erano un segno di passaggio e di saggezza che si acquisiva con il diventare anziani e quindi aver diritto a un ruolo differente nella società.
Quindi quando si va incontro a un perdita dei capelli che non avviene in modo naturale, ma rompendo questo substrato sociale, iniziano a nascere una serie di problemi.
L’uomo che nel pieno della sua età perde i capelli è diverso, ha delle caratteristiche che non rispecchiano la consuetudine sociale e come spesso accade tutto ciò che è differente non è visto in modo positivo.
Quali possono essere le conseguenze su un uomo
I risvolti psicologici della perdita dei capelli sono un dato di fatto che è stato dimostrato da differenti ricerche. Una delle più importanti è stata compiuta da Nigel Hunt, un docente di psicologia applicata e Sue McHale una biopsicologa. Sono stati presi in esame un campione molto ampio di articoli e di interviste che trattavano dell’alopecia e delle sue connessioni sulla psiche umana.
Gli studi hanno sottolineato come la perdita dei capelli non può essere considerata solo dal punto di vista estetico ma come una componente che incide in maniera sostanziale anche sull’equilibrio della psicologia di un uomo. Ma quali dono i risvolti psicologici della perdita dei capelli nell’uomo? Di seguito elenchiamo alcuni degli aspetti più rilevanti:
– un’estetica dei ruoli: il primo effetto che si evidenzia è quello di una difficoltà dal punto di vista sociale, nel non riuscire a identificare un vero e proprio ruolo all’interno della società. Naturalmente il disagio nasce dal sentirsi nettamente diversi da quelli che sono gli standard estetici del mondo moderno. Quindi la mancanza di una capigliatura determina una serie di ostacoli nell’integrarsi nella società circostante;
– problemi di autostima: come effetto culturale dell’identificazione dell’uomo e della donna proprio per mezzo dei capelli, l’uomo che vede diradarsi la sua chioma e poi perderla del tutto, potrà sentirsi colpito dal punto di vista della sua virilità. La perdita dei capelli è infatti una forma di anomalia e come tale viene meno l’adeguarsi alle realtà sociale che invece richiede la loro presenza.
Ciò determina una limitazione della propria stima e di conseguenza anche quella che si riceve dagli altri. Nel substrato sociale ancora oggi, si considera che la caduta dei capelli può essere intesa come una perdita in ambito sessuale, anche se non vi è una connessione medica.
Ovviamente anche in questo caso a fare la differenza è il retaggio culturale che è parte integrante della nostra storia. Basta citare la Bibbia in cui la perdita dei capelli implica il non avere più forze e non essere considerato uomo. L’esempio più conosciuto è quello di Maciste contro i Filistei.
Ma in tutte le culture della storia si ripropone tale realtà. Dal rinascimento fino alla fine dell’ottocento l’utilizzo della parrucca era un simbolo per l’uomo di appartenenza a una specifica casta. Più i capelli erano lunghi e maggior era il grado all’interno della società. Questi retaggi culturali sono impressi nella memoria sociale e quindi vengono inculcati in maniera diretta e indiretta in ogni individuo. Nel momento in cui si perdono i capelli si iniziano quindi a evidenziare le prime difficoltà;
– problemi relazionali: come conseguenza diretta di una differenziazione dal punto di vista sociale, si determina anche una difficoltà da parte dell’individuo di essere parte integrante nella società. Infatti l’uomo senza capelli per certi aspetti può essere considerato come un soggetto di serie B, un individuo che soffre di una patologia e che per questo viene a volte poco considerato e messo da parte.
La ricerca di Hunt e McHale ha dimostrato come vi sono dei risvolti sentimentali nella perdita dei capelli anche molto gravi. Il 40% degli uomini e delle donne che hanno sofferto di alopecia, hanno dovuto affrontare crisi sentimentali, con l’abbandono del partner. Inoltre si è evidenziato che il 63% delle persone che hanno subito la perdita dei capelli, sono andati in contro anche a difficoltà dal punto di vista professionale. Gli aspetti culturali quindi si mischiano con una serie di realtà psicosomatiche in cui l’individuo si identifica come menomato e limitato e quindi insicuro di sé;
– depressione: l’alopecia determina anche un’accentuazione di casi di depressione e disturbi psichici. Infatti la difficoltà ad accettare il cambiamento, porta l’essere umano a isolarsi e a evitare i rapporti interpersonali. Ci si sente a disagio a contatto con la gente e questa è una realtà che coinvolge tutti gli individui. Per alcuni aspetti la perdita di capelli viene considerata come una forma di lutto, trasformandola in una mancanza emotiva;
Se poi si inizia a presentare una forma di alopecia nei giovani a volte le situazioni sono ancora più gravi, dato che si può essere soggetti a forma di bullismo nelle scuole con depressioni anche più gravi;
– ansia e fobia sociale: nelle persone che hanno vissuto l’alopecia, si è inoltre evidenziato una percentuale più ampia di disturbi d’ansia. Infatti il non poter contrastare questa malattia porta nell’uomo una sensazione di limite delle sue capacità, e di perdita di controllo del proprio corpo. L’ansia è la diretta conseguenza. In situazioni gravi può anche trasformarsi in forme estreme di fobie riguardanti eventuali altre malattie che possono colpire il corpo;
– ossessione: infine il non accettare la malattia porta a volerne scoprire le cause e a ricercare le persone che ne hanno sofferto, diventando una vera e propria forma di pensiero fisso che porta a comportamenti ossessivi.
Come poter contrastare gli effetti psicologici
Affrontare i risvolti psicologici della perdita dei capelli nell’uomo non è una realtà facile. Alcuni individui, grazie a un background familiare e sociale riescono ad adattarsi alle nuove situazioni, superando in breve la loro nuova visione estetica e le ferite psicologiche si rimarginano. La maggior parte però non riesce a superare questo impatto.
Non è semplice affrontare tale realtà, ma di sicuro negare il problema e cercarlo di nasconderlo non fa che peggiorare la situazione.
Il processo che porta a poter essere parte integrante della società, passa attraverso l’accettazione e l’adattamento, e in particolare a considerare che ciò che va al di fuori degli schemi non è sbagliato. L’essere umano è in continua evoluzione e il presentarsi dell’alopecia può essere parte integrante dei cambiamenti che ogni giorno si vivono.